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    Robot lawyer: nuovi progressi dell’intelligenza artificiale nel settore legale ma…

    10.11.2017

    Robot lawyer: nuovi progressi dell’intelligenza artificiale nel settore legale ma…


    Ormai non ci sono più limiti allo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale anche in settori del tutto impensabili agli albori di questa scienza ed indubbiamente proprio il settore legale sta diventando uno dei più prolifici quanto ad applicazioni di IA.

    Proprio di recente all’indirizzo https://www.rocketlawyer.com è stato inaugurato un servizio legale completamente automatico che è in grado di soddisfare le richieste dei clienti circa la produzione di documenti giuridici di qualsiasi tipologia. Il cliente una volta scelto il documento giuridico (contratti, dichiarazioni, richieste di certificati, proposte di acquisto, accordi, lettere di intenti, transazioni, testamenti, ecc.) accede in un’area dove ottiene informazioni circa il contenuto ed il valore del documento specifico e successivamente inserendo i dati richiesti ottiene il documento richiesto personalizzato.

    In altri termini, quindi, rocket lawyer è un sistema esperto particolarmente evoluto che è in grado di riconoscere le domande di carattere legale che gli utenti formulano più spesso fornendo una specifica risposta tecnico-giuridica.

    Se, però, il sistema non è in grado di individuare il documento richiesto o di rispondere al quesito, dirotta l’utente verso l’assistenza di uno o più legali operanti nella zona di residenza del cliente, che perfezioneranno la consulenza attraverso un contatto diretto.

    Il sistema informatico negli Stati Uniti può già contare su sette milioni di clienti, settantamila abbonamenti, quarantamila contratti al mese e fattura oltre 200 milioni di dollari. Ultimamente si sta diffondendo anche in Europa e non ci sono dubbi sul fatto che rappresenti un’idea vincente che creerà più di qualche problema ai professionisti del settore legale.

    La creazione di questi sistemi esperti ha come presupposto fondamentale la soluzione del  problema della formalizzazione che riveste sempre un’importanza centrale nella realizzazione di applicazioni giuridiche dell’intelligenza artificiale. Proprio perché le questioni giuridiche, una volta ridotte alla scarna dimensione del puro ragionamento deduttivo diventano relativamente semplici, il problema principale, in diritto, consiste nella costruzione di un sistema deduttivo formale: l’uso dell’intelligenza artificiale nel diritto riposa sulla possibilità di formalizzare contesti giuridici.

    La diffusione, ormai ampia, di programmi tradizionali capaci di applicare automaticamente le norme giuridiche è la prova che, in una certa misura, la formalizzazione del diritto è possibile. Questi sistemi, infatti, si basano su una rappresentazione formale del processo d’applicazione delle norme e, quindi, su una formalizzazione implicita delle stesse. L’intelligenza artificiale ripropone il problema in una dimensione nuova, poiché intende affrontare anche problemi complessi, attinenti al lavoro giuridico in senso stretto, e muove direttamente dalla rappresentazione formale della normativa giuridica.

    Il linguaggio legislativo ha, per la sua stessa funzione, minore ricchezza espressiva di un testo discorsivo. In un testo legislativo si possono individuare classi di enunciati aventi funzioni specifiche: enunciati che stabiliscono limiti spaziali e temporali di applicazione, enunciati che regolano i rapporti con la normativa preesistente (abrogazioni esplicite, rinvii), enunciati che contengono indicazioni generiche per l’applicazione delle norme, ed infine la parte più propriamente regolativa.

    La parte regolativa può, a sua volta, essere distinta, a seconda che il discorso legislativo abbia funzione prescrittiva (norme di condotta) o definitoria. Sia le norme di condotta che le definizioni rispettano una struttura interna comune, che collega gli enunciati legislativi che esprimono il comportamento prescritto (o il concetto giuridico da definire) con enunciati che descrivono le condizioni giuridiche e fattuali (o le proprietà del concetto). Nel processo di formalizzazione tale struttura viene espressa nella forma dell’implicazione logica: se………..condizioni (congiunte o disgiunte fra loro)………..allora…………conseguenza (o conseguenze).

    Assumere che un sistema giuridico possa essere rappresentato come un programma logico significa considerare che gli enunciati legislativi formalizzati nel linguaggio della logica simbolica siano gli assiomi da cui il sistema è in grado di dedurre, attraverso regole di inferenza valide, le conseguenze logiche.

    I vantaggi derivanti dall’uso di linguaggi di programmazione logica invece che di linguaggi di programmazione convenzionale sono molti: il linguaggio naturale in cui è espressa la legislazione è più facilmente comparabile ad una forma di logica simbolica, qualunque essa sia, piuttosto che ad algoritmi. La logica simbolica può essere considerata come la forma più pura di linguaggio di programmazione. Infatti l’uso di un tale linguaggio rende il programma facile ad essere letto, ad essere incrementato e, inoltre, fornisce un modo naturale di generare spiegazioni, costruendo una traccia delle regole che sono state usate durante l’esecuzione.

    Naturalmente i vantaggi aumentano se la particolare forma di logica permette formalizzazioni che si avvicinano il più possibile alla struttura della legge: si avrà così una formalizzazione più corretta e più facilmente aggiornabile.

    La struttura formale della conoscenza normativa è “a regole”; di conseguenza la struttura della base di conoscenza di un sistema esperto sarà a regole.

    La rappresentazione a regole è un modello di rappresentazione del testo che esplicita un primo livello di interpretazione, limitata alle relazioni sintattiche fra enunciati. Il che significa, in termini logici, costruire un modello logico a livello proposizionale e, in termini giuridici, rappresentare le relazioni fra i costituenti (condizioni e conseguenze) di una prescrizione.

    Un ipotetico sistema esperto giuridico disporrà di una conoscenza specifica sul settore scelto (ad es. contrattualistica), composta dalle disposizioni legislative in vigore: tutte le leggi statali e regionali sull’argomento, più tutti gli articoli di legge o dei codici richiamati esplicitamente.

    La base di conoscenza sarà costituita da regole, concatenate fra di loro in modo che il sistema possa automaticamente operare le deduzioni (dedurre ad esempio se date le condizioni selezionate, è possibile procedere alla stipula di uno specifico contratto).

    Il sistema è in grado di simulare il ragionamento deduttivo del giurista, utilizzando conoscenza limitata, e la gestione delle informazioni è fatta solo sulla base delle relazioni logiche che il sistema ha esplicitate, senza nessuna comprensione dei contenuti degli enunciati: il comportamento “intelligente” che si vuole simulare risulta significamente ridotto.

    Configurando la formalizzazione come momento necessario della realizzazione di sistemi informatico-giuridici intelligenti, sembra escludersi che questi sistemi possano sostituire il giurista nell’aspetto più importante e peculiare del suo lavoro: l’interpretazione.

    La rappresentazione del diritto, come un sistema deduttivo dal quale discende la soluzione di un caso determinato, non è il presupposto, ma il risultato dell’attività interpretativa del giurista. Più in particolare è il risultato dell’assegnazione di un significato a testi in linguaggio naturale e della qualificazione dei fatti da valutare (qualificazione da esprimersi nel linguaggio nel quale si è formulato il significato ascritto ai testi normativi).

    La stessa rappresentazione del diritto come sistema assiomatico-formale presuppone necessariamente che l’interpretazione del testo normativo e la qualificazione dei fatti siano espresse in un linguaggio formale. Se un sistema informatico si limita a compiere operazioni deduttive, e queste nel diritto hanno un’importanza limitata, anche le tecniche dell’intelligenza artificiale sembrano destinate ad avere uno scarso impatto sul mondo del diritto.

    Questa conclusione, tuttavia, è accettabile solo in parte. Infatti:

    a) Una volta formalizzato un contesto normativo, è possibile usare questa formalizzazione anche per risolvere un numero illimitato di futuri casi standardizzati, senza ripetere l’analisi che ha portato a quella rappresentazione formale: il sistema automatico può limitarsi a compiere quelle operazione deduttive per le quali è stato già predisposto. Occorre precisare, però che l’applicazione di una formalizzazione astratta a nuovi casi impone controlli e cautele,  la cieca deduzione delle conseguenze di tale formalizzazione, infatti, può condurre a risultati aberranti.

    b) Strumenti automatici possono agevolare la preparazione di un modello deduttivo. Si tratta di strumenti per il trattamento del linguaggio naturale, per lo sviluppo di ragionamenti analogici, ecc.

    E’ vero, però, che a tutt’oggi i metodi per l’analisi del linguaggio naturale e per il trattamento del ragionamento analogico non si sono rivelati concretamente utilizzabili in alcun sistema informatico-giuridico operativo. In prospettiva, quei metodi, considerati gli aspetti valutativi insiti nell’attività giuridica, possono consentire di realizzare sistemi che siano di ausilio al giurista, ma senza pretendere di sostituirlo ed è proprio per questi motivi che sistemi automatici autonomi come robot lawyer non possono mai essere completamente affidabili, ma al massimo possono rappresentare un valido supporto per il giurista.

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    (Altalex, 9 novembre 2017. Articolo di Michele Iaselli)

    Tutti i diritti del presente articolo sono riservati. Fonte: Altalex

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